trend:
Coastal Tourism
anno di fondazione:
2021
founders:
Luca Palezza Carla Altieri Valeria Piras Francesco Spaggiari Justine Marie Vernet Francesca Altieri
Immersea crea contenuti digitali immersivi in VR e IR, per aumentare la consapevolezza rispetto alle risorse presenti nei fondali marini del Mar Mediterraneo, dando la possibilità agli utenti di vivere esperienze subacquee immersive attraverso visori VR.
La startup si propone di simulare immersioni subacquee e collabora con mostre, eventi e guide immersive online, rivolgendosi al mondo dell’entertainment, del turismo e dei beni culturali.
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Immergersi senza bisogno di bombole. Esplorare i fondali, l’ambiente marino e il patrimonio culturale sommerso accompagnati da due esploratori subacquei, una biologa marina e un’archeometra. Immersea risponde con la tecnologia a un sogno di tanti: fare esperienza diretta delle profondità marine. Come? Rendendo accessibile l’inaccessibile; raccontando la bellezza, storia e segreti di luoghi remoti e sommersi attraverso la realtà virtuale e aumentata.
Ne abbiamo parlato con Francesca Altieri, Project Manager di Immersea.
PARTIAMO DALLE ORIGINI, come nasce immersea?
Immersea nasce nel 2019, in piena pandemia, da un’idea di Francesco Spaggiari e Luca Palezza, due esploratori subacquei che decidono di trasformare la loro passione ventennale in un progetto imprenditoriale. Il team si allarga molto in fretta, prima con l’arrivo di Justine Marie Vernet, archeometra specializzata nello studio dei materiali antichi, poi di Carla Altieri, biologa marina, seguite da Valeria Piras, esperta di comunicazione e storytelling e me (Francesca Altieri) fundraiser, sustainability specialist e responsabile organizzazione mostre ed eventi.
Il gruppo si consolida nell’estate del 2020 quando iniziamo a lavorare insieme alla scrittura del progetto per Cultura Crea di Invitalia. Bando che abbiamo vinto nel 2021 e dopo il quale abbiamo costituito la società.
Immersea è un’impresa diffusa, nasce tra le Egadi e le Eolie ma il team lavora da Roma al Friuli fino alla Francia, con progetti che spaziano dal mediterraneo agli Emirati arabi.
La nostra sede operativa si trova nel Museo Archeologico di Lipari, un luogo con il quale abbiamo un rapporto speciale: nel 2019 Fondazione Monteparma ha prodotto [IN]ACCESSIBILE – STORIE DAGLI ABISSI, una mostra sui Mari di Sicilia tra Reale e Virtuale, nella quale i nostri contenuti immersivi VR/AR sono stati messi in dialogo con i reperti del Museo Archeologico di Lipari per raccontare la loro storia e il processo di recupero. La mostra è stata un successo: 20mila presenze in sei mesi. Il rapporto da allora non si è più interrotto.
In cosa consiste il vostro lavoro?
Immersea si occupa non solo della produzione di contenuti, che nel nostro caso specifico sono la documentazione attraverso speciali telecamere 3D 360° di siti naturalistici e archeologici subacquei, ma anche di studiare per ogni cliente la soluzione migliore per renderli fruibili attraverso l’utilizzo di diverse soluzioni innovative che vanno da App di Realtà Aumentata a multiproiezioni immersivi con visori VR. Grazie alle competenze multidisciplinari del nostro team tutti i processi di lavorazione sono internalizzati garantendo un altissimo livello di qualità di prodotto, notevole risparmio di tempo e costi per i nostri clienti e infinite possibilità di personalizzazione.
Per chi sono pensati questi contenuti? qual È il vostro mercato?
Ci rivolgiamo sicuramente a musei e istituzioni culturali, ai quali offriamo contenuti “chiavi in mano” ma non solo, abbiamo diversi tavoli commerciali aperti con aziende private in Italia e all’estero per la produzione on-demand. C’è molto interesse per i video immersivi e per le nuovissime modalità di fruizione che consentono. Qualche esempio?
Per un’azienda leader nel settore crocieristico, stiamo lavorando alla creazione di contenuti immersivi che consentano di far vivere a bordo l’esperienza e la scoperta dei fondali marini collegati alle rotte delle loro navi.
A Dubai invece, stiamo sviluppando un pacchetto di soluzioni tecnologiche innovativo per la fruizione in ambiente virtuale dei servizi di un’importante realtà legata al mondo dell’entertainment.
Siamo partiti con l’ambizione di creare una guida digitale dei mari di Sicilia (che sarà fruibile on-line dal prossimo autunno), ma l’intenzione è estenderci in tutta Italia e poi nel mediterraneo. Le possibilità sono moltissime e quello che ci favorisce rispetto ai competitor è proprio la capacità di offrire un “pacchetto completo” seguendo tutto il processo: dall’immersione al confezionamento dei contenuti scientifico-divulgativi.
cosa vi aspettate da faros?
Siamo l’unica startup della prima edizione in ambito turistico e culturale e per noi questo percorso rappresenta un’occasione per strutturare e ottimizzare molti elementi in ambito economico-finanziario oltre ad ampliare le riflessioni su aspetti importanti come quello della valutazione e riduzione dell’impatto ambientale della nostra attività. Il tema ambientale è alla base del nostro progetto. Immersea nasce da una sensibilità precisa, quella di due esploratori amanti del mare. Vogliamo portare in superficie il mondo sommerso, raccontandone sì le bellezze ma anche evidenziando i grandi problemi che lo affliggono.
Per questo siamo assolutamente intenzionati a portare i contenuti di Immersea ovunque, ma soprattutto nelle scuole. Sensibilizzare attraverso la conoscenza è la nostra chiave di lettura.
obiettivi e progetti per il futuro?
Tanti. Sicuramente ampliare il nostro portfolio di contenuti. Abbiamo anche in cantiere lo sviluppo di un simulatore di immersioni “Simarine”. La riproduzione di un sommergibile con 2/3 postazioni, all’interno del quale poter fare una delle nostre esperienze immersive. Ci stiamo lavorando con Triton, società americana leader nella produzione di batiscafi ad uso ricreativo: la soluzione consentirebbe di creare un contenitore itinerante all’interno del quale poter fruire i nostri contenuti, democratizzando l’esperienza immersiva grazie ad un costo modico del biglietto.
C’è poi la nostra web app, una piattaforma che attraverso la geolocalizzazione sarà in grado di mostrare e raccontare cosa c’è sotto la superficie del mare nel punto di costa in cui ci troviamo legando cosa c’è in superficie con quello che si nasconde sott’acqua. Una mappatura che vorremo poter fare su tutti i fondali marini italiani.
Grazie ai momenti di networking organizzati dal programma Faros, abbiamo già avuto modo di incontrare diversi professionisti della blue economy interessati ad approfondire il nostro lavoro e con le quali ci auguriamo di impostare nuove collaborazioni. C’è molto da fare e molte opportunità da cogliere.