trend:

Smart & Intermodal Port

anno di fondazione:

2020

founders:

Michele Grassi CEO & CTO

Mathclick sviluppa soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per le applicazioni idriche, in particolare per l’acquacoltura e per l’analisi dei dati rilevati in ambiente marino.

Ad oggi, la startup ha sviluppato due software: il primo, per l’analisi dell’acido okadaico nei mitili raccolti; il secondo, per l’ottimizzazione delle simulazioni CFD nella previsione del comportamento dei dispositivi di energia marina.

meet the startup

Per chi lavora in un ambiente tutt’altro che stabile, come quello marino, la startup Mathclick è in grado di offrire un bene di prima necessità: parliamo di valutazioni e previsioni per l’ambiente acquatico che si basano su analisi dei dati standardizzate, esaustive e affidabili. Come? Attraverso modelli di intelligenza artificiale.

Ne abbiamo parlato con Michele Grassi, CEO e CTO di Mathclick.

Di cosa si occupa Mathclick?

Mathclick si occupa di intelligenza artificiale: trattiamo dati che provengono dal mare o in generale dall’acqua.

Come è facile immaginare, il mare è un ambiente tutt’altro che stabile. In questo senso il nostro sistema è particolarmente efficace in situazioni e contesti in cui normalmente è difficile acquisire e trattare dati: sia a causa delle condizioni di rilevamento, sia qualora i dati risultino incompleti, ad esempio perché la rilevazione non è costante, la strumentazione è danneggiata o altre possibili variabili. 

Grazie all’intelligenza artificiale riusciamo a pulire e/o completare i dati mancanti ma necessari per poter effettuare analisi esaustive e complete. 

Come è nata l’idea?

Il mare è una passione che ho sempre avuto e me ne occupo da diverso tempo. Sono un matematico di formazione e da anni lavoro nel settore dell’ingegneria marina. Ho fondato tre società, tutte legate all’attività in mare. 

Ho sperimentato in prima persona le tante delle problematiche legate alla rilevazione di dati in acqua. Un’esigenza diretta che ha portato me e i miei collaboratori a fare ricerca e a sperimentare con l’intelligenza artificiale, dando così il via al percorso che ha poi portato alla nascita di Mathclick.

Qual è il principale ambito di applicazione di Mathclick?

Il  primo cliente ci ha consentito di sperimentarci in quello che oggi è uno dei principali campi di applicazione della nostra tecnologia:  il settore della molluschicoltura. In questo caso la raccolta di dati marini serve per fare “molluschicoltura di precisione”, similmente a come si fa nel caso dell’agricoltura di precisione che si effettua su terra.

L’acquisizione di  dati consente di ridurre la variabilità all’interno dell’allevamento, fornendo indicazioni per ottimizzare la produzione. 

Più di recente, grazie alla collaborazione con PortXL, partner strategico di Faros, ci stiamo sperimentando in un  nuovo settore, quello della logistica in mare.

Molluschicoltura e settore portuale. Come fa la vostra tecnologia ad adattarsi ad ambiti di applicazione così diversi?

Gli algoritmi su cui si basa la nostra tecnologia sono “generici”, ovvero una volta che i dati sono strutturati nello stesso modo, il sistema risulta in grado di adattarsi e di fornire informazioni adeguate in tanti contesti diversi: che si tratti di determinare la presenza di biotossine in un mollusco, la profondità del mare, la torbidità dell’acqua o persino il livello di energia delle onde.

Chi sono i vostri competitor?

L’intelligenza artificiale applicata all’acquacoltura è di per sé qualcosa di quasi sconosciuto. Siamo tra i “first mover”. 

Una posizione che è anche una sfida: non tanto dimostrare di essere i migliori nel nostro campo, quanto dimostrare l’utilità e necessità del nostro servizio. 

Quello dell’acquacoltura è un settore ancora mediamente tradizionale. Sono pochi i produttori che hanno un approccio industriale, la maggioranza è costituita da “artigiani” che per noi è essenziale sensibilizzare rispetto al valore che l’introduzione della nostra tecnologia potrebbe generare nella loro filiera. 

C’è anche una netta differenza tra l’Italia e l’estero. Ad esempio in Francia o in Scozia mediamente c’è più interesse verso l’innovazione del settore. 

Considerazione valida anche per l’ambito portuale in cui stiamo muovendo i primi passi:  il porto di Rotterdam, con cui stiamo interloquendo attraverso PortXL, è assolutamente aperto all’innovazione e abituato ad investire in nuove tecnologie.

Obiettivi e progetti per il futuro?

Fermo restando che l’acquacoltura e la molluschicoltura rimarranno settori prioritari, attraverso la collaborazione con PortXL stiamo cercando di intercettare il forte interesse per soluzioni come la nostra in ambito portuale, focalizzandoci sulla validazione della nostra tecnologia anche in questo settore. 

Durante il percorso di accelerazione fatto con Faros, abbiamo scoperto che il nostro sistema potrebbe risultare decisivo nell’analisi della profondità dell’acqua: i porti hanno bisogno di aggiornare costantemente le mappe del loro fondale perché la sabbia e i detriti si muovono in balìa del moto ondoso. Software come il nostro possono aiutare a sviluppare mappe più precise e a risparmiare tempo e risorse per produrle.

Come è andato il percorso di accelerazione?

Faros per noi è stato un punto di svolta: è grazie a questo percorso che abbiamo iniziato la collaborazione con PortXL e abbiamo avuto modo di relazionarci con il settore della logistica in mare, ambito a cui già ci stavamo interessando, ma che ora stiamo avendo l’opportunità di concretizzare.

Non è facile accelerare startup innovative, spesso “first mover”, specialmente in un settore come la blue economy. Il processo di introduzione al mercato è sempre molto delicato, eppure credo che per le grandi corporate riuscire a collaborare proficuamente con le startup sia un ottimo modo per rinnovarsi: un modo efficiente per portare innovazione in contesti che ne hanno sempre molto bisogno.